Parassiti, ecco come disinfestare le piante prima della primavera

La primavera sta arrivando e, con essa, la necessità di provvedere al benessere delle proprie piante prima che sia… semplicemente troppo tardi. Parliamo naturalmente della necessità che i proprietari di palme ornamentali e di pini rossi adottino una serie di azioni di contrasto contro i tipici parassiti che infestano queste piante e, in particolar modo, del temuto parassita Paysandisia archon, durante la primavera apre il nido, iniziando a devastare queste piante che arricchiscono soprattutto le zone costiere del nostro Paese.

Ebbene, tutte le persone che hanno il sospetto o la certezza che le proprie piante sono infestate da parassiti devono necessariamente risolvere il problema. Le ragioni sono molteplici. Non solamente una cura delle proprie piante sarà utile per poter migliorare le possibilità di salvezza degli arbusti di proprietà. Quanto, anche, cercare di evitare che l’infestazione si allarghi, considerato che i parassiti possono diffondersi anche ad altre pianete, che si trovano nel circondario.

La lotta contro il punteruolo rosso è purtroppo molto difficile. Tuttavia, nonostante le difficoltà, è obbligatorio cercare di fare il possibile per poter disinfestare le piante che ne sono vittime, al fine di evitare di peggiorare l’infestazione.

Per quanto concerne le tecniche più efficaci, quella più fruita è l’endoterapia, che consiste nell’iniettare all’interno del tronco e del fusto degli alberi una soluzione di insetticidi concentrati e dosati sulla base delle dimensioni della pianta. I farmaci curativi possono così penetrare all’interno della pianta, grazie alla circolazione linfatica, agendo sui parassiti in questione.

In aggiunta a ciò, si tenga conto come la disinfestazione da processionaria può avvenire anche con la rimozione manuale dei nidi, o ancora con la lotta microbiologica. Attraverso l’ausilio di uno strumento come il nebulizzatore, si può spruzzare un prodotto disinfestante sulla pianta. Tuttavia, guai a limitarsi a questa pratica. Meglio infatti abbinare sempre la terapia endoterapica, quella attualmente più efficace.