Etichette commestibili: arrivano quelle intelligenti in grafene per segnalare i batteri

Arriva l’era delle etichette commestibili al grafene, un nuovo materiale che si sta rivelando un multitask incredibile. Il grafene infatti si sta rivelando un materiale sbalorditivo, resistente e intelligente, così come saranno le etichette.

Il grafene

Questa sostanza è definita come un materiale stratificato monoatomico. È infatti costituito da uno strato di carbonio spesso un solo atomo. Inventato nel 2004, da quel momento non ha smesso di stupire. È più duro del diamante ma flessibile come la plastica.

Il materiale da cui fu ricavato era la grafite, ovvero una semplice matita sfregata su un nastro adesivo. È anche un ottimo conduttore elettrico e termico, e quindi utilizzabile nei semiconduttori e nell’informatica. Ma le sue proprietà sono ancora in gran parte da scoprire, e lo si sta sperimentando in moltissime applicazioni. Non ultime quelle nel campo ottico.

Il materiale è anche i grado di orientarsi e comportarsi in modo intelligente, e questa frontiera è in fase di studio.

Le etichette

Tra le applicazioni intelligenti arrivano anche le etichette commestibili, dopo che la tossicità del grafene è stata studiata a lungo. Le proprietà ottiche del grafene saranno sfruttate per gli alimenti, perché queste etichette saranno in grado di illuminarsi e fornire informazioni sui cibi.

A metterle a punto sono stati i ricercatori della Rice University, nel laboratorio di James Tour. Le sperimentazioni hanno permesso di scolpire il classico codice a barre sugli alimenti con il grafene con il sistema LIG (Grafene indotto da laser).
Con questo sistema infatti, si è riusciti a rendere il grafene commestibile. Ma i ricercatori stanno studiando le potenzialità chimiche del grafene in modo che diventi un rilevatore di batteri e si illumini per notificarlo al consumatore. Una autentica rivoluzione nel settore agroalimentare, che sarà probabilmente commercializzata tra pochi anni.

Il grafene infatti è già in grado di rilevare e immagazzinare le molecole di gas, in particolare l’idrogeno. I ricercatori hanno oggi risolto il problema dell’ambiente controllato per lo “stampaggio” delle etichette, prima possibile solo in laboratorio. Oggi il laser funziona anche all’aria aperta, con notevole risparmio di investimenti.