Capretta tibetana: quali sono le sue origini e come allevarla

Allevarla non è complicato, basta conoscere al meglio i suoi bisogni, il carattere e avere un giardino a disposizione con spazio a sufficienza. Con questo articolo andremo a conoscere gli aspetti più significativi della razza, in modo da acquisire le giuste conoscenze, adatte a iniziare l’allevamento.

Le origini e il carattere della capretta tibetana

La capretta tibetana è un animale di piccola taglia e le sue origini sono da ricondurre all’Africa centrale. È una specie dal carattere molto socievole e, a differenza di ciò che si crede, non sono per niente distruttive. Certo, tenerle lontane dai fiori può essere sempre una giusta accortezza, ma in linea generale sono innocue. 

I mischi rispetto alle donne, richiedono molte più attenzioni, in particolare durante il periodo dell’estro. Infatti, è molto probabile che possano diventare irruenti e, in certi casi, emanare un cattivo odore. Un consiglio è quello di acquistare i maschi solo se si ha a disposizione uno spazio molto grande e non un semplice giardino. Un ampio territorio permette di tenerli lontano dalle femmine durante questi momenti e assicurare una certa armonia.  

L’alimentazione della capretta tibetana

Un altro aspetto importante che riguarda la vita e le condizioni di salute della capretta tibetana, anche detta più semplicemente capretta nana, è il suo regime alimentare. Esso è essenziale per un corretto equilibrio dell’animale e per permettergli di avere una vita sana e uno sviluppo regolare. 

condizioni di salute della capretta tibetana

Un’alimentazione corretta per questa specie significa nutrizione giusta e costante. Definirla tale è possibile se si introduce il giusto apporto di sale minerale, contenuto soprattuto nei chicchi di orzo, come per esempio le granaglie non macinate presenti nella maggior parte dei consorzi agricoli. Altro elemento utile per l’apporto di sale minerale è l’acqua, meglio se fresca. 

Nel periodo che va dalla primavera all’autunno le carpette tibetane si procurano il cibo in maniera autonoma, infatti brucano l’erba all’interno del loro recinto. In questi mesi può essere utile integrare introducendo nella loro alimentazione altri grani, ma ciò non è da ritenersi indispensabile. Invece, da novembre a marzo è necessario procurarsi del buon fieno con il quale nutrire gli animali, che va conservato in luoghi asciutti. È bene prestare molta attenzione alle condizioni del fieno; potrebbe marcire con molta facilità. In tal caso, può essere utilizzato solo come paglia da lasciare sul fondo delle capanne. 

Anche quando si somministrano le granaglie o i mangimi cui si è accennato sopra è importante che non ne avanzino nei giorni successivi. Essi, se esposti all’umidità, possono creare gravi problemi alla salute degli animali. 

Oltre a queste dritte, è fondamentale tenere presente che l’alimentazione delle caprette tibetane sia ricca di:

  • vitamine; in particolare le vitamine A e D sono importanti per evitare le malattie cardiache, quelle alle ossa e quelle muscolari. Esse possono essere ricavate prevalentemente dal foraggio esposto per un certo periodo di tempo al sole, interagiscono positivamente anche col il calcio e il fosforo e sono rintracciabili in abbondanza nelle granaglie e nell’erba medica;
  • proteine, elementi essenziali soprattutto per la salute delle mamme nel periodo in cui allattano o degli esemplari più giovani. Esse sono presenti in abbondanza nella soia, nell’orzo o nell’erba medica;
  • sali minerali, tra gli elementi più importanti come si è già ribadito. La loro funzione indispensabile per la salute dell’animale implica l’obbligo di introdurli quando scarseggia nella dieta, magari con una mistura formata al 50% da calcare e da sale iodato;
  • energia è un altro aspetto di rilievo, è fornita soprattutto dai grassi e dai carboidrati che le carpette possono assumere sotto forma di foraggio, in particolare l’orzo, meglio se non macinato.

Caratteristiche del ricovero e del recinto

Le caprette tibetane possono vivere bene in luoghi semplici, ovvero delle capanne composte da una tettoia e almeno tre pareti lungo i lati soggetti all’esposizione del vento. È importante che l’apertura sia abbastanza spaziosa da lasciare entrare e uscire le carpette agevolmente. All’interno, l’ambiente deve essere sempre asciutto e ben protetto. Infatti, un rimedio diffuso contro l’umidità è la creazione di un piano rialzato che non sia a contatto diretto col terreno. Per il fondo, meglio evitare materiali come il cemento e la ghiaia e utilizzare terra battuta.