Scimmiette brasiliane: una specie a rischio estinzione

La scimmia del Brasile è un animale dalle dimensioni così piccole che… per chiamarla si usa il vezzeggiativo “scimmietta”. A renderla subito riconoscibile rispetto alle altre specie è una lunghissima coda di colore arancione. Oggi, purtroppo, questo esemplare rischia di estinguersi a causa delle azioni nocive dell’uomo dirette a colpire gli ambienti in cui abita, e prevalentemente quelli della foresta amazzonica.

Quali sono le caratteristiche

La scimmia del Brasile è un mammifero diurno che fa parte di un gruppo di primati chiamati Titi o anche Callicebi, diffusi in prevalenza e in maniera quasi del tutto esclusiva nella foresta pluviale del Sud America. Il suo nome “di battesimo”, risalente alla scoperta della sua specie, è Callicebus militoni in onore di un noto studioso brasiliano di primati, Militon Thiago de Mello. È anche chiamata “finger monkey”, in inglese. È monogama, attiva e dotata di grande agilità.

Come già accennato, il tratto caratteristico più evidente della scimmietta brasiliana è la sua lunga coda arancione, oltre alle dimensioni. Al momento della sua scoperta, era considerata la più piccola tra tutte le scimmie esistenti: il suo corpo ha una lunghezza che va dai 14 ai 16 cm, esclusa la coda, la quale da sola può misurare da un minimo di 15 cm fino a un massimo di 20 cm. Per quanto riguarda un altro aspetto essenziale delle sue peculiarità fisiche, ovvero il peso, esso oscilla intorno ai 140 grammi per gli esemplari di sesso maschile e si aggira intorno ai 120 grammi quando si tratta, invece, di femmine.

Tra le scimmiette brasiliane, quella più intelligente è considerata il Cebus che ha delle dimensioni più grandi, cioè di circa 110 centimetri di statura e di 6 kg di peso e continua a mantenere la caratteristica della lunga coda.

Per quanto attiene i luoghi originari di questa specie, come si può dedurre con facilità dal nome, proviene dal Brasile, e più esattamente dalla zona occidentale della foresta pluviale del Brasile. Trova tuttavia la sua diffusione anche in aree differenti da quelle che fanno parte del nome che la designa; essa è presente in maniera alquanto consistente anche nel sud est della Colombia, nel nord della Bolivia, in Ecuador orientale, nel Perù orientale, Honduras, Costa Rica e Paraguay, sia tra le alture dei diversi Paesi, che nelle aree periferiche delle città o nelle zone più pianeggianti e ricche di coltivazioni.

Il vezzeggiativo che si usa per riferirsi a questa scimmia non si riferisce soltanto alla sua piccola stazza, ma evoca in un certo senso anche la tenerezza che suscita col suo aspetto buffo, perché reso sproporzionato da una coda che in lunghezza supera il suo intero corpo. Questa apparente deformità la rende un animale molto simpatico, complice anche il colore brillante del suo pelo. Non è come quello delle scimmie più comuni, ossia totalmente grigio, ma dei dettagli che la differenziano: le basette ocra e la coda che, come abbiamo già anticipato, assume le tonalità dell’arancione acceso. Altro dettaglio che le dona vivacità è l’abitudine a dormire in compagnia di altre scimmie, attorno alle quali attorciglia la sua coda mentre sono intente a riposare sui rami degli alberi delle foreste che abitano.

L’alimentazione

Le scimmiette del Brasile hanno un’alimentazione piuttosto singolare che si differenzia da quella più comunemente diffusa tra le altre specie di scimmie. La sua fonte di nutrimento principale è rappresentata dalle linfe degli alberi, soprattutto dalla gomma e dagli insetti e farfalle. Sono molto utili per la sua salute le fibre e le vitamine, per cui trae giovamento soprattutto grazie al consumo di frutta. Per integrarle e far fronte alla loro scarsità nelle zone  da loro abitate, infatti, si nutrono – come anticipato poco fa – della resina della Tapirira guianensis, una pianta simile anacardi ed è molto sostanziosa.

Il rischio di estinzione

La scimmia del Brasile, come è stato anticipato poco fa, è ad alto rischio di estinzione. Le ragioni sono da rintracciare soprattutto nell’area che abita, l’Amazzonia. Essendo protetta solo in misura parziale, la scimmietta risulta a rischio di estinguersi per il tasso di deforestazione sempre più elevato e per gli incendi dolosi che colpiscono questi territori. Come si intuisce dal loro regime alimentare, costretto in parte a modificarsi, ciò influisce chiaramente sulla sopravvivenza delle scimmiette brasiliane che vivono in foreste, ormai sottoposte a depauperamento e continue razzie da parte dell’uomo.

Il mercato nero delle scimmiette brasiliane da appartamento

Sia per le piccole dimensioni che per la tenerezza del suo aspetto, la scimmietta del Brasile viene vista come un animale da tenere in casa e di cui prendersi cura. Nonostante, in apparenza, ci siano dal nostro punto di vista i presupposti per renderlo un animale domestico, non solo alla scimmia del Brasile farebbe male vivere chiusa in casa al di fuori del proprio habitat naturale, ma è assolutamente illegale importare una scimmia in Italia. Purtroppo, per soddisfare questo tipo di richiesta da parte di chi vorrebbe accudire una scimmietta brasiliana nel proprio appartamento, si è sviluppato un consistente mercato nero intorno alla cosiddetta “scimmietta da appartamento”. Ci sono molti bracconieri che vendono in altri Paesi scimmiette provenienti dal Brasile, ricavando cospicui guadagni da chi, attratto da questo desiderio, è disposto a pagare molto pur di possedere una scimmietta brasiliana, a dispetto dell’illegalità della vendita e del malessere della scimmia stessa, abituata a vivere nelle foreste, a procurarsi autonomamente il cibo adatto alla sua alimentazione e a stare in compagnia delle altre scimmiette del Brasile.

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