In Sicilia il 25% degli edifici sono in cattivo stato

Il patrimonio immobiliare siciliano? È in cattivo, pessimo stato. A sostenerlo è Legambiente, che mediante la sua campagna Civico 5.0, presentata qualche giorno fa a Siracusa a bordo del Treno Verde, il convoglio ambientalista di Legambiente e Ferrovie dello Stato, ha fatto il punto sulla necessità di mettere mano (e cazzuola) agli edifici della regione, che diffusamente sono in precarie condizioni.

In particolare, Legambiente sottolinea come in Sicilia esistano quasi 375 mila edifici residenziali in stato mediocre e pessimo, con una proporzione pari a 1 edificio su 4, ovvero a circa il 26% del patrimonio edilizio abitativo della regione.

Ampliando il discorso a un livello nazionale, Legambiente ha rammentato come nel nostro Paese si contano 11,9 milioni di edifici residenziali (cioè il 79,3% degli edifici totali) con 30,6 milioni di abitazioni. Ebbene, di questi sono oltre 2 milioni gli edifici residenziali che vertono in uno stato di conservazione che viene giudicato mediocre o pessimo, rappresentando il 16,8% del totale: non si arriva dunque ai picchi di gravità della Sicilia, ma è chiaro che si tratta di una proporzione davvero preoccupante.

Ancora, Legambiente sottolinea come lo stato di conservazione sia inversamente correlato con l’anzianità degli edifici. Secondo un’analisi svolta dal CRESME sulle epoche di costruzione del patrimonio edilizio, di fatti, la grande maggioranza del patrimonio immobiliare tricolore è stata realizzata fino ai primi anni ’90, con 10,43 milioni di unità, a rappresentare l’87,6% del totale.

Ulteriormente più nel dettaglio, prima dell’arrivo del Treno Verde in Sicilia i tecnici di Legambiente hanno provveduto a realizzare un’indagine termografica in quattro appartamenti di due diversi condomini a Bagheria, e in uno di questi anche un’analisi dei consumi energetici elettrici. Ne è risultato che sui quattro appartamenti oggetto di indagine, i problemi sono stati evidenti e comuni, con varie dispersioni termiche da pilastri, travi, infissi e dalle pareti perimetrali, da cui molto spesso è visibile l’impronta rilasciata dal calorifero.

Nell’appartamento in cui i tecnici di Legambiente hanno effettuato anche l’analisi dei consumi elettrici, il risparmio per la famiglia stimato in caso di intervento “correttivo” è stato stimato in circa il 20% dell’attuale spesa.