Cumulonembo… quei grossi “nuvoloni” simili a funghi atomici o a navicelle spaziali

Non è raro alzare gli occhi al cielo e vedere delle nubi di vaste dimensioni che si sviluppano in verticale. Uno spettacolo quasi da film di fantascienza che in realtà è spesso associato ai forti temporali. “Ma di che cosa si tratta esattamente? E per quale motivo si formano?”: sono queste le domande principali che ci poniamo quando ci capita di imbatterci in fantasiosi accumuli di nubi che si espandono nel cielo. Proviamo a trovare delle risposte in questo nuovo articolo dedicato proprio alle varie tipologie di cumulonembo, alle loro caratteristiche e alle ragioni per le quali si formano.

Il cumulonembo consiste in una grossa nube molto estesa che si sviluppa in linea verticale. Un’immagine nel cielo che attira immediatamente la nostra attenzione, spostando la fantasia verso mondi lontani o al ricordo di qualche noto film di matrice hollywoodiana. Eppure tale fenomeno dal sapore esoterico ha una spiegazione ben precisa. Il cumulonembo è infatti la nube tipica dei temporali, spesso violenti, che si presentano nelle ore più calde dei mesi estivi poiché necessitano proprio di una grossa quantità di energia elettrica per generarsi.

La World Meteorological Organization (WMO) definisce il cumulonembo una “nuvola densa, pesante e con una notevole portata verticale, che si erge a forma di enorme montagna a torre”. La particolarità del cumulonembo è propria la sua struttura, che dalla bassa quota, circa duemila metri di altezza, può arrivare fino alla troposfera, a dodicimila metri dalla superficie terrestre. La sua parte più affascinante è rappresentata dalla zona superiore, ovvero quella che costituisce il suo apice e che può assumere forme differenti: da quelle più indefinite e sinuose fino a quelle più schiacciate, assimilabili a un’incudine (cumulonimbus incus) o a un disco.

Perché si forma

Questi misteriosi nuvoloni nel cielo che prendono il nome di cumulonembi si formano a causa di fenomeni di condensazione ed evaporazione. Le temperature però devono mantenersi basse rispetto a quelle che generano i più comuni e innocui cirri. Nonostante ciò, per la formazione dei cumulonembi è basilare che l’aria sia calda, umida e instabile.  Ragion per cui è molto più probabile vederli durante la stagione estiva e non nel periodo invernale. I cumulonembi si caratterizzano per le forti correnti d’aria ascensionali e per questo possono dare vita anche a forti correnti d’aria. Al loro interno si accumula elettricità statica, la quale può sprigionare i fulmini; si consiglia infatti di trovare un posto riparato quando se ne avvista uno.

Che cosa sono i cirri

Per non fare confusione tra i due fenomeni, facciamo chiarezza sulle differenze tra cirri e cumulonembo. I cirri sono nubi bianche, hanno una struttura fibrosa e possono essere di varie forme. Spesso si vedono prima di un ciclone e sono costituiti da sottili aghi di ghiaccio. La loro quota è alta, circa novemila metri e le caratteristiche forme mutevoli dipendono dai forti venti dell’alta troposfera.

Alla scoperta delle caratteristiche

Quello che noi consideriamo un cumulonembo non è altro che l’evoluzione finale di un cumulonimbus calvus (Cu cal), il quale è una derivazione di un cumulus congetus. Cumulonimbus calvus è la forma latina di cumulonembo “calvo”, cioè un tipo di struttura che si sviluppa sempre in verticale, ma colta nel momento in cui non ha un’altezza ancora ben definita e limitata. Infatti, non presenta la forma che lo contraddistingue, ovvero quella a incudine nella parte superiore. Al posto della sua principale peculiarità troviamo formazioni rotondeggianti e cumuli simili a grandi “esplosioni” fatte di panna montata. Questa forma divertente che evoca forme gustose in realtà non è altro che il risultato del congelamento del ghiaccio ancora parziale e in progress.

Altro tipo di cumulonembo esistente è il Cb cap, cioè il cumulonimbus capillatus che è una forma differente del cumulonembo a incudine. Essa è presente, ma non è piatta; al contrario è fatta di piccoli cirri dai quali si espandono filamenti sottili simili ai capelli. Proprio da questi dettagli che costituiscono questa tipologia di cumulonembo proviene il nome “cumulonimbus capillatus” usato per designarlo.

Approfondimenti e credit