La Germania si muove dal carbone al gas

La Germania si trova nella condizione di dover affrontare aspre critiche dei partner dell’UE e degli Stati Uniti per il suo ruolo nella costruzione di un gasdotto del Mar Baltico che porterà il gas russo nell’Unione Europea, attraverso un territorio nel nord-est del Paese.

E così, parlando alla riunione del World Economic Forum di Davos, in Svizzera, la cancelleria Merkel ha precisato che la domanda di gas della Germania sarà influenzata dalle raccomandazioni della commissione tedesca per il carbone, che dovrebbe essere finalizzata nelle prossime settimane. La commissione ha il mandato di fissare un calendario per l’eliminazione graduale del combustibile fossile a più alta intensità di carbonio. La Merkel ha ammesso che la Germania “sta lavorando alla disattivazione delle centrali a carbone“, e che questo richiede “di essere in grado di assicurare un carico di base nella nostra produzione di energia”.

Le chiusure delle centrali a carbone fanno seguito alla graduale eliminazione dell’energia nucleare in Germania, che la Merkel ha dichiarato che sarà completata entro il 2020.

Il progetto potrebbe però trovare l’aspra opposizione degli Stati Uniti che, come noto, vogliono espandere le proprie esportazioni di gas verso l’UE, e hanno così avvertito che le imprese europee coinvolte nella costruzione del gasdotto Nord Stream 2 potrebbero essere oggetto di sanzioni. Altri Paesi europei hanno espresso preoccupazione per il fatto che l’approvvigionamento di gas in Europa, già il 40% delle importazioni russe, dipenda in tal modo ancora di più da Mosca.

Questa settimana il ministro dell’economia e dell’energia tedesco Peter Altmaier ha confermato al quotidiano Handlesblatt che i lavori di costruzione del gasdotto sono in fase “molto avanzata, con tubi posati per chilometri in mare” e che il Paese non ha intenzione di bloccare il progetto di proprietà di Gazprom.

Mercoledì scorso, Merkel ha anche dichiarato che “questo conflitto che si sente infuriare sul nostro approvvigionamento energetico è un po’ esagerato. Continueremo a ricevere gas russo e riceveremo anche gas liquefatto da altre fonti. Stiamo costruendo le infrastrutture per il GNL in tutte le direzioni. Otterremo anche forniture dagli Stati Uniti, alla fine. Ma se lasciamo il carbone, se lasciamo il nucleare, avremo bisogno di più gas naturale. L’energia, dopotutto, deve essere accessibile”.

Christoph Podewils, esperto di energia del think tank di Agora Energiewende, ha dichiarato a Climate Home News che le proprie ricerche hanno dimostrato che, in caso di eliminazione della fase di carbone, “la domanda di gas non cambierà molto, dato che la quota tedesca di energia rinnovabile salirà al 65% entro il 2030“.

Fonti

Germany moves from coal – to gas – theecologist.org