La morte si fa bio: a Parigi apre il primo cimitero ecologico

Si può contribuire anche da morti alla sostenibilità ambientale? Forse si. O, almeno, così la pensano a Parigi, dove alla ricerca di nuove idee per potersi candidare ad essere la capitale europea per l’attenzione ambientale, arriva il cimitero green.

Stando a quanto anticipa il quotidiano transalpino Le Monde, infatti, da settembre sarà a disposizione il primo spazio funerario ecologico, a Ivry, nel dipartimento di Val-de-Marne, alla periferia della capitale. L’obiettivo di questo cimitero, che lo renderà diverso dall’altra ventina di strutture similari che fanno capo alla metropoli francese, è quello di creare un luogo di raccoglimento e di tumulazione che sia rispettoso dell’ambiente, e che possa rispondere alle sempre più frequenti esigenze di funerale ecologico.

Ma che cosa cambierà nel concreto rispetto agli altri cimiteri? Che cosa si potrà fare o non si potrà fare al suo interno?

In sintesi, se tutto andrà per il verso giusto, una parte del campo di Ivry sarà riservato alla sepoltura bio, e sarà dunque riservato a chi sposerà una cerimonia a base di bara di cartone biodegradabile, o di legno francese proveniente dai boschi della regione circostante, a chilometro praticamente zero.

Dal cimitero ecologico inoltre verranno messi al bando steli o monumento funerari in granito o in cemento. Ad essere ammesse saranno invece delle lapidi, anch’esse in legno locale.

Una rivoluzione? O è meglio parlare di una positiva evoluzione, più sostenibile del nostro rapporto con l’ambiente? O, magari, di un ritorno alle origini, visto e considerato che in tempi antichi, in campagna, ci si comportava proprio così?

Per il momento, non possiamo che aspettare novità in materia, e verificare quali saranno le prime sepolture all’interno di questa zona. A proposito: anche per il defunto dovranno essere adottate alcune specifiche accortezze, come una vestizione in fibre naturali.

I prezzi? Saranno presumibilmente meno onerosi rispetto ad una sepoltura classica, ma siamo certi che il valore economico dell’operazione passerà in secondo piano rispetto alla bontà dell’ultimo saluto in versione green.

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